Trallalero a Rapallo!

Paolo Castagneto ci racconta dell’Associazione Liguri Antighi – I Rapallin in occasione del concerto dei Giovani Canterini di Sant’Olcese che si terrà Sabato 27 Aprile alle ore 20.45 presso l’Oratorio dei Neri a Rapallo (Ge)

L’Oratorio dei Neri a Rapallo (Ge)

Dal successo ottenuto dal primo Raduno Internazionale dei Canessa del luglio 2007 e dal desiderio di coinvolgere altri “casati” locali, il 29 ottobre 2008 è stata costituita l’ Associazione “ Liguri Antighi – I Rapallin” .Un’ Associazione di persone il cui Casato è originario del territorio dell’antica Repubblica di Genova o dei suoi antichi possedimenti, la cui storia e/o presenza nel mondo dura da oltre cinque secoli.L’ Associazione è denominata “Liguri Antighi – I Rapallin” dal titolo del volume che riporta le memorie delle famiglie presenti nel territorio dell’ antica giurisdizione di Rapallo prima del 1528. L’ Associazione, inizialmente aperta alle sole persone originarie del territorio dell’ex Podesteria, poi Capitaneato di Rapallo, offre ora la possibilità di farne parte a chiunque lo desideri, purché dimostri “uno spiccato interesse per L’Associazione e ne condivida appieno gli scopi (art. 2 e 3 statuto sociale)”.Lo scopo dell’ Associazione è quello di promuovere, sostenere e difendere, mediante opportune e idonee iniziative, la valorizzazione della Storia Patria, della cultura, delle tradizioni, degli usi, dei costumi, delle parlate e di ogni altra specificità della Gente Ligure.Nell’ambito della propria attività, l’Associazione, oltre l’impegno di mantenere sempre viva la memoria della “ Gens Ligustica” e del suo glorioso passato e rendere onore ai suoi personaggi illustri, si impegna a sviluppare ed intraprendere iniziative di turismo culturale, con visite a luoghi d’arte, di valori paesaggistici, di cultura, di storia e di culto; con raduni nazionali ed internazionali di persone di uno o più Casati nonché con incontri, convegni, gemellaggi, scambi culturali, ricerche genealogiche, ecc.Da ottobre 2011, l’ Associazione pubblica un periodico con cadenza mediamente mensile dal titolo “I Rapallin” che, con una tiratura di 5000 copie, viene distribuito nelle località maggiori (Rapallo, Santa Margherita Ligure, Zoagli e alta Fontanabuona) dell’ex Capitaneato rapallino. Avvenimento più importante per l’ Associazione è l’ annuale Raduno dei Rapallin, quest’anno alla undicesima edizione. Concomitante al raduno è il conferimento del “Rapallino d’Oro”,assegnato a persone, enti, associazioni per meriti umanitari, imprenditoriali, culturali ecc.
Il Rapallino d’ oro 2019 sarà consegnato ad una Socia Casalinga centenaria come riconoscimento al merito del “lavoro casalingo”, specie quello svolto da lei quando non esisteva ancora alcun strumento meccanico ed elettrico costruito per alleviare la fatica di tale lavoro. Nell’ambito di questi festeggiamenti, l’ Associazione ha ritenuto di inserire il concerto de “ I giovani Canterini di Sant’ Olcese” come omaggio e riscoperta del canto popolare genovese ed in particolare del Trallalero.La sede del concerto sarà nel cuore del Centro Storico rapallese, nelle vicinanze del Palazzo Comunale dove sorge un piccolo complesso formato dalla Torre Civica e dalla Chiesa di Santo Stefano, attorniate da un grazioso giardino.La Chiesa di Santo Stefano, oggi chiamata Oratorio dei Neri in quanto sede della Confraternita Mortis et Orationis, è considerata la prima pieve di Rapallo e si ritiene edificata prima dell’anno Mille.Sede originaria della Cristianità in Rapallo, fu affiancata, nel 1459, dalla Torre Civica, simbolo delle libertà comunali. Dal 1910 la Torre è monumento nazionale.

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Intervista a Vladimiro Zullo


Vladi è il figlio di Giuseppe Zullo detto “Pippo” fondatore, insieme a Giuseppe “Pucci” Deliperi, dei Trilli, il più popolare duo folk genovese. Vladi oggi prosegue l’attività dei Trilli dopo la scomparsa degli ideatori del progetto musicale.

Vladi, parlaci un po’ di te e di questi nuovi Trilli

Sono sempre stato affascinato dalla musica, dalla più tenera età e, vivendo in casa con un musicista, era facile, per me, accedere a tutto il materiale disponibile. C’erano valanghe di dischi e musicassette e spesso, con o senza la presenza di mio padre, andavo a rovistare tra le sue cose e mi mettevo ad ascoltare di tutto: dalla musica francese di Edith Piaf, Aznavour e Brel, per poi cambiare totalmente genere e passare a Bob Geldof, Dylan o Elton John e i Beatles.

Amo l’arte in tutte le sue sfaccettature, apprezzo molto la scultura e la pittura, amo i colori e tutto quello che sia fonte di vita e mi trovo benissimo quando sono in mezzo alla natura.

Sono un comunicatore, mi è sempre piaciuto aggregare le persone e creare sintonia: sono uno dei pochi ad aver messo insieme artisti che, per varie vicissitudini, non si parlavano, e di questo vado orgoglioso.

Sono una persona molto sensibile, decisa e caparbia: quando decido che devo ottenere una cosa, difficilmente mi tiro indietro, finché non raggiungo gli obiettivi.

Chiaramente, sono un amante della musica genovese sin da quando ero bambino, anche se allora mi risultava difficile comprendere il dialetto.

Mi affascinava il canto delle squadre, quel trallalero genovese che ha sempre fatto da sottofondo alla mia vita.

Poiché mio padre ne era un grande cultore, di conseguenza mi aiutò a conoscere meglio e ad amare anche questa straordinaria forma di canto, che può essere considerata la madre di tutto quello che ne è conseguito, a partire dai primi autori come Marzari e Cappello, prima ancora di arrivare ai cantautori liguri contemporanei come De André.

A quella scuola si sono poi formati gli altri cantautori genovesi come Franca Lai, Piero Parodi e gli stessi Trilli.

Questi ultimi hanno avuto una sensibilità che ha permesso loro di traslare in chiave moderna un dialetto rimasto, fino ad allora, troppo radicato nel passato, potendo così avvicinare anche i più giovani.

Questa è la stessa prerogativa con la quale porto avanti il mio progetto, con un occhio di riguardo verso il passato, introducendo nuove sonorità: sperimentare e contaminare, per poter raggiungere sempre più pubblico.

I nuovi Trilli rappresentano una continuazione della formazione storica che porto avanti da oltre dieci anni.

Dopo la prematura scomparsa di papà, era rimasto un passo da compiere, quello di poter sperimentare qualcosa assieme.

L’idea c’era, la voglia anche, infatti spesso duettavo con lui nella nostra barca, il club ristorante Il Peschereccio, tragicamente affondato nello stesso anno della scomparsa di papà.

Non c’è stato il tempo, la malattia non ce l’ha permesso, ma gli promisi che mi sarei impegnato per portare avanti la sua grande eredità.

Certo, le difficoltà non erano poche: lo scetticismo dei più anziani, le critiche.

Adesso, però, la gente ha capito e apprezza quello che sto facendo con tanta passione e rispetto.

Per questo, mi avvalgo della collaborazione di alcuni musicisti. Negli ultimi anni la formazione-tipo è composta da: Fabrizio Salvini alla batteria e percussioni, Alberto Marafioti – il più anziano del gruppo – alle tastiere, Fabio Bavastro al basso, Valeria Saturnio al violino, Davide e Alessandro De Muro, papà e figlio, alle chitarre. Quest’ultimo, diciotto anni, potrebbe diventare il nostro erede musicale, viste l’interesse e la determinazione con le quali porta avanti insieme a me questo progetto.

Siamo tutti uniti da una grande passione e da tanti ricordi che ci legano alla tradizione genovese.

Tuo papà, insieme a Pucci, ha scritto una pagina importante della canzone dialettale genovese. Cosa è cambiato oggi rispetto ad allora? Mi spiego meglio: come è cambiato il modo di seguire la musica dei Trilli di oggi rispetto a quelli di ieri?

È sicuramente cambiato il modo in cui il pubblico si avvicina alla nostra musica. Una volta i Trilli erano ascoltati attraverso i dischi e le cassette, oggi con i CD.

Gli storici Trilli vendevano annualmente migliaia di dischi: stiamo parlando di numeri impossibili da raggiungere con la musica dialettale ai giorni nostri, poi in Liguria non ne parliamo.

Forse l’unica che riesce a conseguire risultati importanti è ancora oggi la canzone napoletana.

All’epoca, ascoltare musica era anche un modo per stare insieme, adesso lo si fa poco e, con l’avvento di internet, tutto è troppo veloce.

Non tutto il nostro pubblico ascolta abitualmente la nostra musica su internet e, infatti, preferisce venirci ad ascoltare dal vivo nei locali e nelle piazze dove ci esibiamo.

Abbiamo recentemente pubblicato sulle pagine di TrallalerOnline un articolo riguardante il tuo ultimo lavoro teatrale. Puoi parlarcene un po’ più in dettaglio?

Questo spettacolo è un viaggio a ritroso nel tempo, visto con gli occhi di un figlio che racconta la carriera del padre e del suo socio, parlando delle proprie esperienze personali vissute con loro.

Ci sono racconti della vecchia Genova, i profumi, i sapori della città, narrati attraverso filmati, testi e canzoni.

Si racconta di come i Trilli nacquero artisticamente, dei loro aspetti caratteriali, musicali e dei tanti amici che collaborarono con loro, dell’incontro con Faber in una sezione interamente dedicata a lui, nella quale prevalgono il contesto quotidiano e momenti condivisi con Fabrizio de André, quando lo conobbi negli anni Novanta insieme a mio padre.

Lo spettacolo è una storia che fa riflettere, sperare e non lascia indifferenti.

Attestati di stima, ottima risposta del pubblico e ottime recensioni tra le quali voglio ricordare quella di Paolo Colombo, giornalista de La7.

Progetti in cantiere?

Ci sono diversi progetti. Attualmente sto lavorando a un libro che si rifà parzialmente allo spettacolo teatrale, nel quale inserirò molti altre storie che riguardano Pippo e Pucci e che, per motivi di spazio, non ho potuto portare in teatro.

Racconterò della vita della mia famiglia, aspetti personali che tengo a inserire in questo lavoro perché ritengo di grande impatto emotivo.

Inoltre si sta lavorando, con la collaborazione di alcuni grandi artisti nazionali, alla realizzazione di un altro CD e a un progetto con Carlo Denei, cabarettista degli allora Cavalli Marci, autore di Striscia la Notizia. Partiremo da Genova, destinazione Sanremo e gireremo un docufilm durante tutte le tappe nelle varie località liguri.

Poi ci sarà una partecipazione in un film di cui non posso ancora parlare, un’altra esperienza che servirà a crescere ulteriormente. È bello affrontare nuove sfide e non porsi limiti.

La storia continua.

Ciao e grazie a tutti.

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