Intervista a Paolo Gerbella

Paolo Gerbella – Foto di Giovanna Cavallo

Chi é Paolo Gerbella?

Nasco a Genova 1962, ci vivo per 30 anni poi per altri 15 vivo in Lombardia. Dal 2001 ritorno in Liguria e dal 2013 a Genova; per 33 anni ho avuto impieghi fissi in diversi ruoli sino a quello di manager, svolto per vent’anni. Dal 2011 la decisione di cambiar vita e dedicarmi maggiormente alla musica.

Di cosa si occupa, artisticamente parlando?

Mi considero soprattutto un autore nonché cantautore. Ho scritto due brevi romanzi ( “Ciaspole”, 2005 – “Vico dell’amor perfetto”, 2008), ho un centinaio di canzoni regolarmente registrate in SIAE.

Ho tenuto, per il sito “Mentelocale”, un blog ” Sono stufo…cambio vita”, ho un mio blog narrativo “L’osteria del tempo sospeso” e ho all’attivo la scrittura della commedia brillante ” L’ultimo segreto” andata in scena in Lombardia e in Francia.

Penso che la canzone d’autore sia oggetto di grande confusione, nel senso che quel termine nasce per differenziare una modalità di scrittura, letteraria e musicale, diversa dal Pop, soprattutto, ma anche da altri generi. Nasce negli anni ’60, a partire da Domenico Modugno, per arrivare ai Tenco, Bindi, De Andrè, Guccini, Dalla, Vecchioni…e molti altri.

Dagli anni ’80 un linguaggio decisamente più Pop ha preso il sopravvento nelle intenzioni dei discografici, quindi del mercato, appiattendo il concetto.

Per me rimane un modo per distanziarsi dalla massificazione cercando di scandagliare in profondità concetti e parole.

Ma oggi ha ancora senso parlare di “canzone d’autore”?

A detta dei “critici”, no. Per conto mio sì, proprio per le ragioni prima espresse.

Le grandi responsabilità dei cantautori…

Sono molte e non è un tema di second’ordine. Scendere in profondità significa anche prendersi la responsabilità di stare fuori dal medio-sentire, dalle consuetudini che, soprattutto in era digitale, tendono a banalizzare il lavoro di ricerca, sonoro e letterario che sta dietro; significa anche esporsi, lavorando su temi legati alla memoria storica, all’impegno civile cercando, senza essere noiosi, di riportare al concetto di “ascolto” ciò che si produce, uscendo dai canoni comodi del “sentire” così di moda.

Se ci si pensa…si “sente” musica dappertutto ma raramente ci si sofferma oltre i pochi secondi al reale ascolto. E’ una questione di cultura ma soprattutto di coercizione esercitata ad arte per avere platee un po’ meno pensanti.

Paolo Gerbella e Laura Parodi – Foto di Giovanna Cavallo

Paolo Gerbella collabora/ha collaborato con…

Ho avuto il privilegio di lavorare a stretto contatto con Roberta Alloisio, che ci ha lasciati troppo presto. Per lei ho scritto la canzone che da titolo al suo ultimo album, postumo, “Animantiga” (OrangeHomeRecords).

Ho scritto un paio di testi per un giovane musicista genovese, Bacci Del Buono . Hanno collaborato in alcuni miei progetti artisti come Laura Parodi ( che il mondo del trallalero ben conosce!), Giovanni Ceccarelli, Felice del Gaudio, jazzisti di fama internazionale, Sergio Berardo dei Lou Dalfin e altri, genovesi e non.

Una lunga collaborazione con Rossano Villa, musicista di rara sensibilità che ha arrangiato i miei ultimi due dischi e Raffaele Abbate, patron della OrangeHomeRecords, musicista, editore, fonico attento alla qualità del lavoro.

Collaboro per il Blog “Sdiario” della scrittrice Barbara Garlaschelli con una rubrica di racconti dal titolo “ParoleNote”

Sul palco: un suo spettacolo-tipo

Amo particolarmente la dimensione teatrale, il palco come luogo di ascolto reale. Purtroppo non sempre è possibile avere a disposizione un teatro, per cui si cerca di trovare ambienti ideali all’ascolto quali associazioni, circoli o locali che sappiano programmare musica che non sia solo di sottofondo. Mi sto sempre più perfezionando nella forma di “Teatro-canzone” dove alla parte musicale delle canzoni aggiungo una parte recitata che funzioni da legante per tutta la storia. I miei ultimi due dischi sono “concept-album” e, come tali, necessitano di narrazione. Cerco di essere sempre accompagnato da musicisti ( Enrico Simonetti e Paolo Priolo in particolare) proprio per cercare di offrire la qualità migliore. Non sempre i budget a disposizione sono sufficienti per cui, a malincuore, capita vada anche da solo con la mia chitarra.

Qualcosa sui suoi progetti già realizzati e, nel limite del possibile, su quelli in via di realizzazione.

Ho tre CD all’attivo, dal 2013 a oggi. Il primo “Tempo parallelo” è figlio del cambiamento della mia vita di cui ho detto prima. Il secondo, “Io, Dino” è invece un concept sulla vita del poeta Dino Campana: un lavoro estremamente intenso che ho portato in molti posti in Italia e apprezzato da molta critica, non solo musicale. Il terzo, uscito a Maggio del 2019, “La Regina” è anch’esso un concept e prende spunto da un evento del Dicembre 1900 quando a Genova ci fu uno sciopero generale di 5 giorni che bloccò il paese ma soprattutto ridiede dignità alla classe lavoratrice, per senso di appartenenza e rispetto del lavoro. Da quella data ebbe formalmente inizio lo sviluppo del movimento sindacale e della sinistra del ‘900 sino ai giorni nostri.

Progetti in cantiere: diversi e differenti. Uno musicale richiestomi da un’artista che stimo molto per un suo disco di inediti che mi vedrà nel ruolo di autore a tutto tondo: non posso dire chi è ma posso affermare che ne sono molto entusiasta!

Ho poi dei progetti per scrittura di drammaturgie teatrali su due temi che mi stanno a cuore e con artisti intriganti. Inoltre e soprattutto, trovare date e situazioni per promuovere il mio nuovo disco “La Regina”, che al momento gode di un’ottima critica e importanti recensioni.

Paolo Gerbella – Foto di Giovanna Cavallo

Sentire e Ascoltare…

Ho partecipato a un corso di trallalero genovese e ne sono rimasto affascinato per quanto poco portato!

Parlando di “ascolto” e “ricerca”, sono certo vi sia un vasto pubblico interessato ma spesso ignaro di quanto il mercato offra, per via di un costante processo di mercificazione che fa sì che nulla di quanto più marginale possa passare per radio o canali di massa. E’ un tema ampio, figlio di questi tempi – ultimi 35 anni almeno – in cui l’apparenza ha preso il posto della sostanza. Noi si fa molta fatica ma le soddisfazioni e i riconoscimenti diretti non mancano, anche al prezzo di scomparire lentamente se qualcosa non si modifica, negli ascoltatori e in chi può consentirne la diffusione.

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