Intervista a Paolo Besagno
Oggi la nostra rivista incontra Paolo Besagno, autore genovese, classe 1964.
Chi è Paolo Besagno?
Sono nato nel 1964 a Genova e la musica è sempre stata un aspetto molto importante della mia vita: vi ho avuto a che fare fin da piccolo, anche se in casa mia nessuno la praticava. Solo verso i trent’anni ho iniziato
a studiare in modo più organizzato e fondamentale è stato l’incontro con Riccardo Dapelo, compositore e docente, con il quale ho studiato composizione e musica elettronica. L’incontro con lui, dicevo, è stato
importante perché mi ha aiutato a cambiare totalmente il mio modo di fare musica e mi ha offerto un nuovo punto di vista, soprattutto per quanto riguarda la musica del Novecento.
Innanzi tutto non ho posto grossi limiti al materiale sul quale lavorare: infatti, continuo da anni a occuparmi contemporaneamente di musica elettronica, canzone d’autore, trallalero genovese e soundscaping – ambienti sonori e culturali solo apparentemente avulsi.
Atteggiamento, il mio, a volte guardato con sospetto, altre visto come sinonimo di leggerezza e confusione. Pazienza.
La canzone d’autore e il trallalero genovese mi hanno valso la vittoria al Premio Città di Recanati nel lontano 1996, con il brano O trallalero Canson de unn-a vitta, presentato con la Squadra di Canto Popolare I Giovani Canterini di Sant’Olcese, della quale faccio parte e sono direttore artistico da oltre venticinque anni.
Ma non voglio rubare altro spazio a quest’intervista. Chi vuole conoscere la mia attività, può farlo sul sito internet www.besagno.com o, ancor meglio, visitando Wikipedia alla voce ‘ Paolo Besagno ’.
Veniamo alla tua ultima produzione, la raccolta di canzoni in genovese Bambòcce sensa i euggi (Bambole senza gli occhi). Un titolo impegnativo…
Bambòcce sensa i euggi nasce da un brano, Mea Culpa , scritto con Mike fC Ferroni, un altro artista della scena musicale genovese, di cui credo sia
apparsa un’intervista proprio sulle pagine di questa rivista.
Mea Culpa è un brano che tratta dei fratelli che vivono sulla “riva di fronte” e tentano di fuggire per venire a rifugiarsi qui. Le bambole senza gli occhi siamo noi quando non vogliamo vedere la loro tragedia, ma anche loro stessi, quando vengono ritrovati sulle spiagge, restituiti dal mare.
Forse il titolo è davvero impegnativo, ma credo sia appropriato: questa scelta è dettata anche dal fatto che volevo, con l’uso del genovese, scrivere senza filtri, visto che spesso mi trovo a pensare nella mia lingua madre.
La raccolta, composta da nove brani, tocca diversi argomenti. Ce ne parli?
Volentieri. Dolore, spiritualità, gioia, contatto con le proprie radici.
A proposito di quest’ultimo aspetto, in Genovacolor faccio uso del trallalero genovese, inserito in un cameo al termine del brano.
Se siete d’accordo, preferirei non entrare troppo nel merito dei brani, ma rimandare chi sta leggendo quest’intervista all’ascolto diretto del disco e alla sua presentazione in genovese sottotitolata in italiano.
E per quanto riguarda la line-up del disco?
Il lockdown non ci ha aiutati a ritrovarci e lavorare tutti insieme così, come spesso si è soliti fare negli ultimi tempi, abbiamo registrato ognuno a casa propria e in un secondo tempo ho assemblato tutto il materiale nel mio studio.
Questa la line-up del disco:
Paolo Besagno – testi, musica, pianoforte, voce, flauto in bamboo, programmazione computer, organo Hammond.
Mike FC Ferroni – parole del rap e voce in Mea culpa, mastering.
Stefano Bosi – fisarmonica
Maurizio “Cillo” Costa – basso
Rinzivillo – chitarre
Alessandro Campora – controbasso
Roberto Ivaldi – primmo
Fabrizio Parodi – voxe chitàra
Stefano Lusito – revisione dei testi in genovese
Aldo Giavitto – parole in greco antico di Ὤ ἡδιστε σύ μῆτηρ.
Molto bene, dove possiamo trovare la raccolta e il booklet?
Bambòcce sensa i euggi è distribuita gratuitamente su tutte le piattaforme digitali ma fornisco i link ai quali raggiungerla:
Qui il booklet, curato da Stefano Lusito, con le traduzioni in italiano e alcune note di presentazione:
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